Oltre l'incomunicabilità: i disturbi dello spettro autistico

GAGGERO ROBERTO • 30 ottobre 2018

Il bambino non sviluppa nel primo anno di vita e soprattutto nel secondo l’interesse per il gioco e per le relazioni oppure un bambino “normo-sviluppato” perde la capacità di interagire con gli altri e il suo comportamento diventa ripetitivo, si chiude in un mutismo inspiegabile, non risponde agli stimoli dei genitori, presenta comportamenti ossessivi e ripetitivi. Iniziano così tante storie di autismo, un disturbo che colpisce tanti bambini e che si manifesta solitamente entro i due anni di vita. Come si diagnostica? Quali patologie fanno parte dei cosiddetti Disturbi dello spettro autistico? Scopriamo insieme come aiutare nostro figlio a costruire una sua identità e a inventare un suo modo di comunicare con noi e con il mondo. 

Tanti autismi

I Disturbi dello spettro autistico interessano il neuro sviluppo e sono caratterizzati sia da una grave compromissione delle interazioni sociali sia dalla rigidità, ripetitività e non modificabilità dei comportamenti e degli interessi. L’attuale classificazione internazionale definisce tutte le condizioni cliniche con queste caratteristiche come “spettro autistico”. Sono solo differenziati tre livelli secondo il deficit di autonomia del bambino: grave, medio e lieve (questo dipende in parte dal grado di sviluppo cognitivo). Le cause sono ancora poco conosciute: genetiche, disturbi dello sviluppo cerebrale, anomalie delle interazioni e dell’attaccamento precoce del bambino.

Mio figlio è autistico?

I primi anni di età sono una scoperta non solo per i bambini, ma anche per i loro genitori. Diagnosticare l'autismo precocemente, però, è fondamentale per riuscire ad aiutare il bambino a crescere e a integrarsi nella società, valorizzandone le capacità (spesso straordinarie) utilizzando strategie comportamentali in grado di migliorare la sua comunicazione con gli altri. Se vostro figlio presenta uno o più di questi sintomi, potrebbe essere opportuno sottoporlo a una visita per stabilire una diagnosi tempestiva:

  • linguaggio verbale e corporeo ridotto, ripetitivo e atipico;
  • resistenza eccessiva al cambiamento;
  • reattività eccessiva a determinati stimoli oppure atteggiamenti di apatia grave ;
  • fissazione maniacale su particolari dettagli, ignorando il richiamo dei genitori;
  • atteggiamenti e comportamenti ripetitivi, stereotipati e ossessivi
  • apparente sordità, che scompare con la presenza di determinati stimoli acustici che interessano il bambino (ad esempio canzoncine o cartoni animati).

Cosa fare dopo la diagnosi

La diagnosi di autismo è arrivata. Cosa fare? Innanzitutto, non demoralizzarsi. I bambini autistici hanno difficoltà, ma anche abilità fuori dal comune. Molti di loro hanno una memoria fenomenale, altri imparano facilmente le lingue straniere, altri ancora sono maghi nella matematica.

I bambini anche con un autismo “vero” possono molto migliorare, uscire dalle condizioni di isolamento.

Per questo è importante iniziare un percorso adeguato: vi sono trattamenti specifici con ottimi risultati, condotti da equipe specializzate multiprofessionali (medico, psicologo, logopedista, psicomotricista, educatore). 

Molto utili sono gli interventi mediati dalla famiglia: ad esempio Early Start Denver Model che aiuta i genitori, i parenti e gli insegnanti a diventare splendidi terapeuti del bambino, insieme alle figure tecniche.

Sarà poi sempre compito dei genitori rafforzare la fiducia del bambino in ciò che lo rende unico e speciale, aiutandolo a conquistare il mondo con gli strumenti a sua disposizione.

Un consiglio importante: la diagnosi deve essere sempre fatta dal medico competente, il neuropsichiatra infantile, non dalla scuola o dai conoscenti, né tanto meno da Internet. 

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