Rabbia: come gestirla per vivere meglio
- Autore: GAGGERO ROBERTO
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- 05 set, 2018
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La rabbia è un sentimento che tutti conosciamo, ma che per alcuni può diventare un vero e proprio handicap, sfociando in patologia. Il disturbo esplosivo intermittente (o IED), infatti, è considerato una malattia segnalata dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Se non curato opportunamente, può influire negativamente sul benessere della persona e sulla sua vita sociale. Ma vediamo insieme cosa intendiamo con IED e come si può imparare a gestire la rabbia, o aiutare qualcuno a farlo.
Brevi esplosioni, grande rimorso
Chi soffre di disturbo esplosivo intermittente non ha veramente intenzione di aggredire: gli attacchi non sono premeditati né finalizzati a ottenere un reale vantaggio. Spesso vengono preceduti da una serie di sintomi fisici, come improvvisa sudorazione, senso di tensione, spasmi, palpitazioni, balbuzie. In genere le esplosioni d'ira durano meno di un'ora e sono seguiti prima da un senso di piacere, poi da senso di colpa e rimorso. È evidente, dunque, che il soggetto è travolto dalla rabbia e non spinto da una reale intenzione di aggredire fisicamente o verbalmente chi gli sta intorno.
Da cosa è causata l'ira?
Non sono chiare le cause dell'IED. Alcuni studi hanno rilevato una correlazione tra l'ira e disturbi cardio-vascolari, disturbi di personalità, abuso di sostanze come alcol e droghe e disturbi organici cerebrali, ma sarebbe troppo semplicistico definirli parametri indicativi. Esiste, ad esempio, una correlazione tra le alterazioni nella percezione del sé e i disturbi post-traumatici da stress. Chi prova frequenti sensi di colpa, inadeguatezza, isolamento e vergogna può sviluppare una propensione agli scatti d'ira.
Anche la repressione dei propri sentimenti potrebbe alla lunga avere l'effetto opposto, ovvero risultare in scatti di rabbia eccessiva.
Il benessere attraverso la terapia
Vieni spesso colto da scatti d'ira apparentemente immotivati, seguiti da un senso di rimorso e impotenza? Potresti soffrire di disturbo esplosivo intermittente. Lo stesso vale per famigliari o figli che adottano questo comportamento apparentemente inspiegabile e autolesionista. Il primo passo da compiere è contattare uno psicologo o psicoterapeuta, che saprà fornire una diagnosi più precisa. La terapia è varia e dipende dal singolo caso: potrebbe essere richiesto un supporto farmacologico, ma bisognerà prima di tutto lavorare sulle valutazioni di auto-biasimo e cercare di capire da dove scaturisce la rabbia.
Grazie alla psicoterapia, dunque, è possibile liberarsi dal senso di oppressione e riappropriarsi del proprio equilibrio, per stare meglio con gli altri ma, soprattutto, con se stessi.